№ 1 GENNAIO - FEBBRAIO 2017

Formazione e Lingua

Addio a De Mauro: linguista, professore, politico e personaggio di spicco della cultura italiana

A cura di Francesco Gozzelino

Linguista, professore universitario e ministro, è morto a Roma a 84 anni. Tra le sue opere principali la Storia linguistica d’Italia unita e il Grande dizionario italiano dell’uso.

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Tullio De Mauro non ha potuto partecipare al convegno internazionale sul Corso di linguistica generale di Ferdinand de Saussure, che si è concluso il 14 gennaio a Ginevra e che ha segnato il centenario della pubblicazione dell’opera del linguista svizzero. Tullio De Mauro è morto a Roma il 5 gennaio all’età di 84 anni.

Secondo tutti i linguisti, non solo gli specialisti di Saussure, De Mauro è stato il lettore, il curatore e il commentatore più acuto dell’opera del professore ginevrino. Il Corso di linguistica generale. Introduzione, traduzione e commento di Tullio De Mauro (Laterza, 1967) consente di apprezzare appieno il Corso. Come indica anche il titolo, l’opera pubblicata nel 1916 è essenzialmente la forma che due colleghi del linguista ginevrino diedero agli appunti presi da chi seguì Saussure in tre corsi, tenuti tra il 1908 e il 1911 all’università di Ginevra.

Era perciò indispensabile precisare, sia nel contenuto esatto sia nell’ordine dato al testo, spesso modificato dai primi curatori, quello che Saussure intendeva effettivamente dire. De Mauro lo fa con uno scrupolo estremo. Aggiunge note e commenti che collocano il Corso nella storia della linguistica e delle scienze umane.

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Nonostante la sua apparente trasparenza, il testo del Corso pubblicato nell’edizione del 1916 è spesso ambiguo e appare a volte perfino contraddittorio, in particolare nell’uso del lessico tecnico. Tullio De Mauro spiega con grande chiarezza questi aspetti del testo di Saussure: oggi è impossibile leggere il Corso in un’edizione che non sia questa. De Mauro, però, non è sola l’autore di quest’opera.

Nato il 31 marzo 1932 a Torre Annunziata, vicino a Napoli, e legato alla Sicilia da vincoli familiari, compie i suoi studi secondari e superiori a Roma. Comincia la carriera di professore di scienze del linguaggio insegnando in diverse università (in particolare a Napoli, Palermo e Salerno) prima di ottenere una cattedra all’università La Sapienza di Roma, dove concluderà la sua carriera.

Ha pubblicato tantissime opere di linguistica generale e italiana. Le prime si occupano soprattutto del problema del senso, come per esempio Senso e significato (Adriatica, 1971). Alcune lasciano spazio a preoccupazioni di carattere pedagogico, che hanno sempre animato l’insegnamento del professore: Pedagogia della creatività linguistica (Guida, 1971) o Guida all’uso delle parole (Editori Riuniti, 1980). Una sola di queste opere, dalle finalità teoriche e generali, è stata tradotta in francese: L’introduzione alla semantica (Laterza, 1965). La lingua italiana è stata un interesse costante per De Mauro. Il suo primo libro è la Storia linguistica dell’Italia unita (Laterza, 1963). Nel 1969 collabora ampiamente all’opera in undici volumi La lingua italiana e i dialetti (Nuova Italia, 1969).

L’attività politica di De Mauro è stata ancora più precoce del suo lavoro linguistico. Nel 1951, all’età di 19 anni, si iscrive al Partito Liberale Italiano. Il suo impegno a sinistra è da allora costante e lo conduce per un breve periodo al Partito Comunista Italiano, tra il 1976 e il 1978, quando ricopre la carica di assessore alla cultura della regione Lazio.

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Un evento tragico ebbe di sicuro l’effetto di rafforzare questo impegno a sinistra: il fratello maggiore, Mauro De Mauro, giornalista del quotidiano l’Ora di Palermo, il 16 settembre 1970 viene rapito dalla mafia e non sarà mai ritrovato. La carriera politica di Tullio De Mauro culmina con l’incarico di ministro della pubblica istruzione, dal 2000 al 2001, nel secondo governo di Giuliano Amato. In quell’occasione cerca di far applicare all’insegnamento le idee pedagogiche sviluppate nei suoi libri. Linguista emerito e ministro di alto livello: non succede spesso in Italia. A queste due qualità Tullio De Mauro aggiungeva un’estrema cortesia e un’accoglienza calorosa ai colleghi più giovani e agli studenti che si  rivolgevano a lui per un consiglio.

Uno dei consigli che ci lascia, in un recente video sul sito web della testata Internazionale (http://www.internazionale.it/video/2017/01/05/tullio-de-mauro-intervista), è di usare le parole con coscienza di causa, e non come siamo abituati noi italiani al giorno d’oggi a schiòvere (termine napoletano per dire “a vuoto”). De Mauro ci ricorda poi l’importanza delle parole e che “la formazione che una buona istruzione può dare può aiutarci a orientarci meglio nel mondo e tra le cose da fare; un alto livello di possesso della cultura intellettuale è – come si dice in matematica – una condizione necessaria ma non sufficiente. È un buon pre-requisito, ma da solo non basta. Poi il resto dipende dalla volontà e dalla capacità pratica delle persone e delle comunità”.

Fonti:

  1. Tullio De Mauro: il professore cortese, di Michel Arrivé, Le Monde (Francia)
  2. Internazionale.it

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