№ 1-2 GENNAIO - FEBBRAIO 2016

Arte

Il ritorno del Maestro. Lo scultore russo Stepan Erzia e l’Italia.

A cura di Elena Butrova, Fondo Internazionale di Arti Stepan Erzia, Mosca
Foto: www.erzia-fond.com, www.rsl.ru

Lo straordinario scultore del XX secolo Stepan Erzia Nefedov (1876-1959) ebbe una vita lunga e meravigliosa. Di origine Mordvina, appartenente al clan degli Erzia, fu allievo della scuola russa di scultura. Successivamente visse e lavorò con successo non solo in Russia, ma anche in Italia, Francia, Azerbaigian e Argentina. Dal Sud America Erzia portò con sé circa 300 opere, ma un centinaio circa sono ancora all’estero e attendono di tornare. Non si conosce la loro collocazione e quale sia il loro destino, così come sono ancora sconosciute molte pagine della vita del Maestro.

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Il percorso artistico di Stepan Erzia inizia in Italia, dove lo scultore arrivò per la prima volta nel 1907. La sua vita nel bel paese fu contrassegnata da avventure emozionanti e splendide intuizioni creative. La bellezza dei prati alpini, la maestosità delle montagne innevate, che si riflettono nei laghi gelati, paesaggi spettacolari, città storiche con straordinarie architetture e musei, incontri con famosi personaggi italiani ed europei ed eventi artistici: in questo vortice di eventi si formò il futuro artista del XX secolo. In Italia, la Mecca di grandi artisti e compositori, si plasmava il suo genio, che con il marmo di Carrara creò le sue prime sculture, ammirate dai suoi contemporanei.

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Un fatto interessante ebbe luogo nella cittadina ligure di Fezzano, con la statua di Giovanni Battista, realizzata da Stepan Erzia nel 1914. Regalata dallo scrittore russo Alexander Amfiteatrov alla chiesa di Cristo Re del paese, la statua fu collocata sopra l’ingresso della chiesa. Consacrata il 14 marzo 1914, presto divenne un’opera amata dalla gente del posto. Ma col tempo l’opera in cemento armato e acciaio cominciò a deteriorarsi, e così nel 1960 fu smantellata e collocata nella casa parrocchiale attigua alla chiesa. Insieme alla statua anche il nome dello scultore cadde nell’oblìo. Solo un secolo più tardi grazie alla Fondazione Internazionale di Arti Stepan Erzia, il cui fine è il recupero di tutto il patrimonio culturale dello scultore nel mondo, il nome di Erzia ha cominciato a risuonare ovunque.

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All’inizio del 2005, la rappresentante in Italia della Fondazione, la russista Marzia Dati insieme ai professori Riccardo Ricci e Ernesto di Marino, ha ritrovato il Giovanni Battista di Erzia: la statua versava in cattive condizioni tanto da richiedere l’intervento immediato di specialisti per il restauro.

Nel 2008, dopo l’attribuzione definitiva della statua, la Fondazione Erzia insieme alla diocesi di Sarzana-Brugnato, ha deciso restaurare il Battista. Il restauro è stato realizzato da un esperto da Firenze, il professore Daniele Angelotto, e l’11 marzo 2011 l’originale è stato restituito alla chiesa in tutto il suo splendore.

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Prima del restauro sono stati realizzati i calchi della statua in un laboratorio di Pietrasanta e ne sono state fatte due copie, una delle quali è stata poi regalata al Museo Diocesano della Spezia. Le copie sono state realizzate dal professor Augusto Giuffredi, dell’Accademia di Brera a Milano e Napoli, e dalla professoressa dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, Simona Vizzoni. Il 12 marzo del 2011 nell’Accademia Cappellini alla Spezia ha avuto luogo una conferenza scientifica dedicata al ritorno del Giovanni Battista, organizzata dalla Fondazione Erzia con il sostegno del Consolato Generale della Federazione Russa a Genova. Vi hanno partecipato rappresentanti della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa, la stampa e alcuni esperti. La presentazione della prima copia è avvenuta nei giorni 24-26 giugno nella Cattedrale di San Lorenzo a Genova durante le celebrazioni di Giovanni Battista, patrono della città. Più tardi, il Battista di Erzia è stato esposto con successo alla mostra dedicata al 135 ° anniversario dello scultore, organizzato nel battistero della Cattedrale di Sant’Andrea nella sua amata città di Carrara.

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La seconda copia, realizzata per la Russia, ha avuto un destino interessante: è stata esposta per la prima volta a Mosca nel “Vaticano russo”, il Monastero della Trinità di San Sergio (2011), e poi nella Biblioteca Statale di Mosca (2012), presso l’Università dell’Amicizia del Popolo (2015) e infine presso l’Istituto Cervantes (2015-2016).

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Il caso ha voluto che il nome dello scultore russo Erzia, conosciuto a Milano, Venezia e Carrara all’inizio del secolo scorso e successivamente dimenticato, un secolo dopo sia riapparso, pronto a svelarci nuovi misteri.

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№ 1-2 GENNAIO - FEBBRAIO 2016