№ 1-2 GENNAIO - FEBBRAIO 2016

Cinema

Grandi aspettative per il Festival del cinema Da Venezia a Mosca, nella capitale dal 1 al 6 marzo

A cura di Marica Fasolini

Dal 1 al 6 marzo avrà luogo a Mosca la settima edizione del Festival del cinema italiano Da Venezia a Mosca. Dal Bel Paese arriveranno in terra russa interessanti pellicole, tutte presentate alla 72^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che ha avuto luogo dall’ 1 al 12 settembre 2015.

Il festival, che ormai da sei anni è diventato un piacevole appuntamento per i moscoviti interessati all’Italia, è organizzato dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dall’Istituto di Cultura Italiana a Mosca.

Verranno proiettati film che a Venezia hanno preso parte al concorso principale e alla sezione “Orizzonti”, e anche alcune pellicole presentate fuori concorso.

Foto di scena del film

Partendo dal presupposto che il mondo e la società moderna ormai si incrociano e si compenetrano, l’intento degli organizzatori del festival è quello di far conoscere allo spettatore nuovi territori, formatisi in seguito a metamorfosi geopolitiche, antropologiche e culturali, nei quali però continuano a sopravvivere le nostre radici, che sono sempre presenti anche se nascoste.

Ad aprire il festival sarà il film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino con Valeria Golino, che, proprio per la sua interpretazione, ha ricevuto la prestigiosa Coppa Volpi per la miglior attrice.

Gaudino, classe 1957, è al suo secondo lungometraggio. Il film, ambientato a Napoli, narra della vita di Anna, moglie infelice, madre di tre figli che trova il suo riscatto nel lavoro come gobbista in uno sceneggiato, e in un nuovo amore. Per narrare la quotidianità grigia e senza prospettive di Anna, Gaudino utilizza il bianco e nero, che viene spezzato da scene di colore quando Anna è sul terrazzo di casa di fronte al mare. La critica italiana ha accolto positivamente il film, definendolo un melodramma malinconico sullo sfondo del quale spicca Anna, un personaggio che lascia il segno e induce a pensare.

Foto di scena del film

Indubbiamente una delle pellicole più attese è il film di Marco Bellocchio Sangue del mio sangue, che ha partecipato alla selezione ufficiale. Bellocchio, da molti anni attivo nel cinema e noto a livello internazionale, è sicuramente uno dei registi italiani viventi più rappresentativi e carismatici.

Tra i suoi film più famosi ricordiamo I pugni in tasca del 1965, in cui analizza i legami morbosi venutisi a formare tra i membri di una famiglia borghese, La Cina è vicina del 1967,  un film pregno di satira provocatoria, in cui vengono messi in luce gli aspetti più ambigui della società dell’epoca, tra cui l’arrivismo e l’opportunismo, sullo sfondo di una malsana provincia italiana. Tra i lavori più recenti ricordiamo Il diavolo in corpo del 1986, che fece scalpore per l’audacia di alcune scene, e il film Buongiorno notte del 2003, in cui ripercorre l’angosciante prigionia di Aldo Moro.

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Nato nel 1936 nella cittadina di Bobbio, sulle colline piacentine, Bellocchio ambienta proprio qui il suo ultimo film, Sangue del mio sangue. La storia di svolge su due piani temporali, nel XVII secolo e oggi. Nella prima parte si narra la vicenda di una monaca, suor Benedetta, che seduce un sacerdote, Fabrizio, creando un grande scandalo nella piccola comunità. L’uomo ha un fratello gemello, Federico, che si reca al convento per cercare di scagionarlo, ma cade anch’egli nella trappola di seduzione ordita da Benedetta. La donna, in seguito, dopo un estenuante processo in cui viene accusata di essere una strega, viene murata viva nel convento. Quattro secoli dopo Federico, discendente del cavaliere, si reca al monastero, che col tempo è stato trasformato in prigione e poi abbandonato. Con lui c’è un milionario russo, un certo Rikalkov, interessato all’acquisto dell’antico edificio. Ma l’edificio non è disabitato come egli pensa: di notte è abitato da un misterioso “Conte” che, aiutato dalla comunità locale, cercherà di ostacolare i due forestieri in tutti i modi. Gli abitanti della cittadina vedono infatti nei nuovi arrivati il simbolo di una scomoda modernità e le avvisaglie di cambiamenti non desiderati. Il film si trasforma quindi in una disquisizione su passato e futuro e su quale dei due sia meglio per l’uomo. Anche in questo caso è la provincia italiana che ha il ruolo principale nell’opera.

Secondo le parole del regista, che si trovano sul sito ufficiale della Mostra: “Questa storia così remota nel passato mi ha suggerito infine un ritorno al presente, all’Italia di oggi, un’Italia paesana garantita e protetta dal sistema consociativo e corruttivo dei partiti e dei sindacati che la globalizzazione sta radicalmente “trasformando” (non si capisce ancora se in meglio o in peggio)”.

Tra gli attori ricordiamo Roberto Herlitzka e Alba Rohrwacher, Filippo Timi nel ruolo del Pazzo, e i figli del regista, Elena e Pier Giorgio.

Il film, candidato al Leone d’Oro, ha ricevuto il premio della FIPRESCI (Fédération Internationale de la Presse Cinématographique)

Nell’ambito del festival si vedrà anche il film di Luca Guadagnino A bigger splash, dove la protagonista Marianne Lane è interpretata dall’icona del cinema Tilda Swinton. Marianne è una cantante rock in vacanza a Pantelleria con il suo compagno. Sull’isola arrivano a sorpresa Harry, un ex della donna, con la figlia Penelope. Da questo momento vi sarà un “esplosione”  di nostalgia alla quale tutti soccomberanno. Si tratta di un film sui difficili rapporti personali e sulla nostalgia del passato, ambientato su un’isola bruciata dal sole. È brillante e vanta un cast di tutto rispetto: oltre alla Swinton abbiamo Ralph Fiennes (Harry), Matthias Schoenaerts, e Dakota Johnson nella parte di Penelope.

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In concorso è anche L’attesa del giovane Piero Messina (1981), già assistente di Paolo Sorrentino. Il film, ambientato in una Sicilia rarefatta e preziosa, presenta un grande colpo di scena che cambia totalmente la percezione della vicenda. Da notare la bravura di Juliette Binoche, la protagonista che attende il ritorno del figlio nella sua antica villa.

Ricordiamo nella “Sezione Internazionale della Critica” Banat, di Adriano Valerio, viaggio di un italiano disoccupato in Romania alla ricerca di un impiego; nella sezione “Orizzonti” segnaliamo Alberto Caviglia con il suo Pecore in erba, il film girato nello stile del falso documentario, invita a riflettere sulle varie sfumature dell’antisemitismo.

Bagnoli Jungle di Adriano Valerio è stato omaggiato da una standing ovation: il regista propone una amara riflessione sull’ex zona industriale di Bagnoli, vicino a Napoli, abitata da persone che “tirano a campare”, sulla quale ancora incombe un stabilimento siderurgico da tempo dismesso e che era il fulcro attorno a cui ruotava la vita del paese.

Unica donna a presentare un film nel programma è Carlotta Cerquetti, che nella sezione “Giornate degli autori” propone un documentario sul famoso Harry’s Bar. Il locale, fondato a Venezia nel 1931 da Giuseppe Cipriani ha avuto frequentazioni eccellenti, da Arturo Toscanini a Charlie Caplin, da Peggy Guggenheim a Orson Welles e Ernest Hemingway.

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Segnaliamo per ultimo il film postumo fuori concorso di Claudio Caligari, Non essere cattivo. Il regista, scomparso l’anno scorso, ci ha regalato un affresco della Ostia anni novanta, una storia di amicizia tra due ragazzi di bassa estrazione sociale, resa tragica dalla droga e dalla piccola delinquenza, nella quale sono evidenti i riferimenti a Pasolini.

Come si può vedere il programma è talmente vasto e variegato che sicuramente incontrerà il gusto di varie tipologie di spettatori. Viene presentata l’Italia del passato e quella di oggi con tutte le sue meraviglie e le inevitabili contraddizioni.

Ricordiamo che le proiezioni si svolgeranno al cinema teatro Illjuzion che si trova sulla Naberezhnaja Kotel’nicheskaya, 1/15.

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