№ 3-4 MARZO — APRILE 2016

Sport

Il calcio e la Russia, le grandi squadre, gli italiani e una nazionale in cerca di risultati

A cura di Alessandro Gazzera

Il campionato di calcio russo nasce nel 1992 in seguito alla dissoluzione dell’URSS e alla nascita di diverse nazioni e delle rispettive leghe. Ma è solo dal 2000 in poi che si è assistito a un calcio sempre più improntato al cercare di conquistare l’Europa e a inserirsi tra i migliori. Non sono mancati, infatti, i campioni europei che hanno raggiunto la Russia in questi anni e c’è da credere che altri seguiranno il loro esempio, ma soprattutto non sono mancati quegli italiani che hanno contribuito alla crescita di questo sport.

I RICCHI – La squadra sicuramente più nota e ricca del panorama russo è sicuramente lo Zenit di San Pietroburgo, che negli anni ha saputo attrarre tecnici del calibro di Luciano Spalletti e André Villas Boas, ma anche giocatori importanti come il brasiliano Hulk e il belga Witsel.

In Europa ormai è stabilmente in Champions League e cerca il guizzo per entrare nelle ultime fasi e superare il ruolo di “Cenerentola dell’Est”.

12419Foto: www.soccerqube.com

CSKA DELLE MERAVIGLIE – L’inaspettato, ma non troppo, dominatore è il CSKA Mosca dell’ex Udinese e Siena Roman Eremenko. Lo storico club moscovita ha un’organizzazione di gioco consolidata capace di fermare anche le sortite del Manchester United, ma soprattutto capace di imporsi ai vertici del campionato russo.

Il talento di giocatori come Musa, Tosich e Natcho ha saputo esaltare le qualità del forte gruppo russo e coach Slutski ha solo da gestire un organico che può essere capace di vincere davvero tutto in patria.

KHIMKI, RUSSIA - MARCH 15: Zoran Tosic (Top) of PFC CSKA Moscow challenged by Igor Smolnikov of FC Zenit St. Petersburg during the Russian Premier League match between PFC CSKA Moscow and FC Zenit St. Petersburg at the Arena Khimki Stadium on March 15, 2014 in Khimki, Russia. (Photo by Epsilon/Getty Images)
Foto: Epsilon/Getty Images

 

L’ESOTICA ROSTOV – Una delle belle realtà di questa stagione è sicuramente l’FC Rostov con i suoi 13 stranieri e il suo calcio bello e divertente. Una rosa che va dall’angolano Bastos al giovane talento iraniano Azmoun, ma che passa anche da veterani come Cesar Navas e Noboa, capaci di dare una identità e grinta al gruppo.

A capo di questo gruppo, capace di arrivare al secondo posto, c’è un allenatore come Kurban Berdyev. Il 63enne nato ad Aşgabat in Turkmenistan è stato capace di unire una squadra così ricca di stranieri e di farne una vera e propria macchina da vittorie.

ANZHI – Sono lontani ormai anni luce i tempi in cui l’Anzhi comprava Eto’o, Diarra, Willian e Jucilei e la realtà della “grande mancata” di Russia ormai è un quattordicesimo posto con poche risorse e qualche problema.

A spiccare nella squadra ci sono giocatori del calibro di Berisha, Boli e Leonardo, ma è ben poca cosa per chi avrebbe dovuto spiccare il volo e conquistare il mondo.

Samuel Eto'o takes part in a press conference for his official presentation after his first training session with the Russian team FC Anji in Makhachkala on September 10, 2011. AFP PHOTO / DMITRY KOSTYUKOV (Photo credit should read DMITRY KOSTYUKOV/AFP/Getty Images)
Foto: DMITRY KOSTYUKOV/AFP/Getty Images

 

UNO SGUARDO ALLA NAZIONALE – Il campionato russo si dimostra variegato, ma i club sembrano tutti lavorare per dare una forte identità alla Nazionale. Il gruppo che andrà all’Europeo è di grande esperienza: tra i veterani Akinfeev, Berezutski, Shirokov e Zhirkov, ma non mancano giovani certezze come il centravanti Smolov e l’ex Real Madrid Cheryshev.

Pronosticare un risultato non è facile, perché i russi possono essere una bella sorpresa per questa rassegna continentale, ma occhio alle disattenzioni che spesso hanno costato caro.

GLI ITALIANI DI RUSSIA – Non sono mancati, negli anni, gli italiani che hanno tentato fortuna in terra russa. All’Uralan, con l’ex Inter Shalimov, arrivarono dall’Italia Dario Passoni e Alessandro Dal Canto, ma l’esperienza non fu tra le più fortunate: retrocessione e amaro ritorno a casa.

Non andò meglio al duo Pellizzoli-Ruopolo, che dopo le tante belle cose fatte vedere in Italia non riuscirono mai veramente ad imporsi con la maglia della Lokomotiv Mosca. Lo stesso Pellizoli, ex portiere della Roma, ricorda Mosca come una bella esperienza dal punto di vista umano, ma pessima da quello sportivo.

Le cose, per gli italiani, cambiarono con l’arrivo di Luciano Spalletti allo Zenit, ma soprattutto con l’ex Torino Alessandro Rosina e l’ex Juventus Domenico Criscito. I due hanno lasciato un’ampia impronta in quel di San Pietroburgo tra gol e ottime giocate.

Non è stato da meno Salvatore Bocchetti, che grazie alla sua esperienza con il Rubin Kazan si è guadagnato la chiamata di un club prestigioso come il Milan. Il duro di Pieris Fabio Capello è invece legato a un’esperienza amara con la Russia, dal 2012 al 2015 ha guidato la nazionale, ma certamente non c’è stata troppa continuità tra i risultati.

A oggi nel paese rimane solo Criscito a difendere la bandiera italiana, ma c’è da credere che prima o poi qualcuno arriverà per conoscere il calcio e un grande paese come la Russia.

№ 3-4 MARZO — APRILE 2016