№ 8-9-10 AGOSTO - OTTOBRE 2016

Italia-Russia

Terremoto in Italia, Mosca risponde: “È stato colpito un fratello”. Reazioni e testimonianze russe alla tragedia del 24 agosto.

A cura di Alessandro Piazza

Se l’Italia piange, Mosca allarga le braccia e tende una mano. Così è stato anche in occasione della catastrofe sismica che ha colpito l’Italia centrale lo scorso agosto. A partire dalla risposta ufficiale del presidente Vladimir Putin, il quale a poche ore dal disastro ha inviato un telegramma al Presidente del Consiglio Matteo Renzi esprimendo non solo cordoglio ma la disponibilità a inviare soccorsi concreti per risolvere nell’immediato le conseguenze del terremoto. Alle parole del Presidente sono seguite quelle del Ministro delle Situazioni di Emergenza russo Vladimir Puchkov, che nel telegramma inviato al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha offerto “assistenza pratica all’Italia nelle operazioni di rimozione delle macerie e di ricerca dei dispersi”. Nello specifico, la Federazione si è dichiarata disposta a mandare gli uomini dell’unità Tsentrospas e il complesso diagnostico mobile Struna – dotato di attrezzature all’avanguardia e tecnologia avanzata – per effettuare la stima della profondità dei danni riportati da edifici ed infrastrutture.

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Ma l’eco della tragedia non ha colpito solo il Cremlino: molte sono state le testimonianze di solidarietà della gente comune della capitale russa. Molti si sono riversati all’Ambasciata italiana a Denezhny Pereulok per posare fiori ancor prima che le autorità aprissero il libro delle condoglianze. Semplici cittadini, studenti di italiano, persone che hanno a cuore la penisola. Ne abbiamo ascoltati alcuni.

Galina, 42 anni, professoressa di matematica: “Ho saputo della notizia questa mattina (25 agosto, n.d.r.) alle otto ora di Mosca. Non so dove si trovi Amatrice, ma non importa. Io e la mia famiglia abbiamo molti amici in Italia, e quest’anno è la prima volta che non ci andiamo. Il pensiero è andato subito a loro. Li ho contattati e stanno bene, ma mi hanno detto che la scossa è stata terribile, al momento parlano di 30 morti ma chissà quanti ancora ce ne saranno sotto le macerie. Se penso ai bambini là sotto, penso ai miei figli. Quei bambini sono i figli di tutti, sono anche figli della Russia, prego per loro.”

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Anatoly, 85 anni, pensionato e veterano della Grande guerra patriottica, come i russi chiamano la Seconda guerra mondiale. L’ex soldato: “Una tragedia, le calamità naturali sono come, o forse peggio, delle guerre. Ricordo quanti italiani abbiamo salvato durante l’ultimo conflitto. Avevano invaso il nostro territorio, è vero, ma nemmeno loro sapevano perché. Con le scarpe di cartone, mal equipaggiati, quasi del tutto assiderati, ma li sentivamo vicini a noi. Non come i tedeschi. Il mio pensiero e le mie lacrime ora vanno all’Italia. Se avessi la forza di un tempo, partirei subito. Tutto il mio cordoglio ai nostri amici italiani.”

Natalya, 32 anni, impiegata di banca: “Il mio fidanzato è italiano, di Firenze. Appena ho saputo della notizia, l’ho chiamato. Dormiva – sorride – non sapeva nulla e non si è accorto di niente, nessuno dei suoi familiari e amici si trova nella zona del Reatino, grazie al cielo. Sono venuta qui davanti all’Ambasciata per portare dei fiori per tutti quelli che, a prescindere dal numero, non ce l’hanno fatta. Voglio partire subito per l’Italia. A dire la verità, quando ho sentito Amatrice ho pensato subito alla famosa ricetta per la pasta che si trova in molti ristoranti di Mosca. Chiedo scusa per l’accostamento. Ora bisogna aiutare i nostri fratelli.”

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Anche sul fronte dell’informazione Mosca si è dimostrata subito sensibile, come testimoniano le parole di Mark Bernardini, 54 anni, interprete di simultanea italo russo o, come ama definirsi, mezzosangue e residente in Russia da oltre vent’anni: “Mi hanno telefonato verso le nove da Russia 24, emittente televisiva omologa di Rai 24, per la traduzione del comunicato di Putin e, successivamente, del ministro della Protezione Civile della Federazione Russa. Sono andato in redazione in attesa del discorso di Matteo Renzi, che ho tradotto verso le 13:00. C’era un’atmosfera di commozione, vicinanza e solidarietà. Me l’aspettavo, perché russi e italiani sono due popoli molto simili, nel bene ma anche nel pressapochismo. Ad oggi non è prevenuta alcuna risposta ufficiale del Governo italiano all’offerta di aiuti concreti da parte della Federazione.”

E i russi in Italia? Ce ne parla Andrea, 35 anni, giornalista di una radio di Roma: “All’indomani della scossa del 24 mi sono recato a Norcia, la città meno colpita per numero di vittime, per conto della radio in cui lavoro. Un episodio mi ha colpito: sulla piazza principale incontro un signore russo che chiede in giro se qualcuno parla la sua lingua. Mi faccio avanti, perché ho studiato il russo anni fa, e rispondo di sì. L’uomo, 40 anni circa, era in vacanza con la sua famiglia in Umbria a bordo di un camper. Voleva sapere se fosse stato organizzato un centro raccolta aiuti. Già arrivavano i primi viveri e le coperte, ma la macchina organizzativa non era ancora in moto e rispondo che bisogna aspettare. Oleg, così si chiama, mi porta al suo camper, mi invita a entrare e, indicandomi una vecchina seduta sul divanetto dell’abitacolo, dice: “Bisogna aiutare babushka – nonna in russo —  la sua casa è crollata. Stanotte dorme con noi in camper, domani la portiamo in un albergo sicuro della zona”. Conosco la generosità del popolo russo, ma questo non me l’aspettavo.”

Parole, lacrime, cordoglio e atti concreti. Anche questo significa la vicinanza tra i due popoli. Nonostante lo scacchiere politico internazionale.

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№ 8-9-10 AGOSTO - OTTOBRE 2016