№ 5-6-7 MAGGIO - LUGLIO 2016
Italia-Russia
La dinastia Demidoff
Avete mai sentito parlare della dinastia Demidoff (o Demidov)? Forse il nome suonerà molto familiare agli abitanti di Firenze, ma questa famiglia di filantropi, mecenati e imprenditori ha un forte legame con l’Italia.
Ripercorriamo insieme la loro storia sorprendente.
I Demidoff sono originari di Tula, una città a circa duecento chilometri a sud di Mosca. Il capostipite del casato si chiamava Demid Antuf’ev ed era un fabbro. Suo figlio Nikita (1656-1725) affinò l’arte paterna soprattutto per ciò che concerne la costruzione delle armi. Il suo talento venne notato dallo zar Pietro il Grande (1672-1725), il quale visitò la città nel 1712 e concesse a Nikita di costruire l’Arsenale di Tula, ovvero la prima vera fabbrica di armi russa. In questo modo Nikita divenne, di fatto, il fornitore ufficiale di armi dell’impero.
Quest’ultima, ancora in piena attività, è conosciuta con il nome di Tulsky Oruzheiny Zavod.
A uno dei figli di Nikita, Akinfy (1678-1754) si deve, invece, la scoperta di miniere d’argento nei monti Altay (Asia centrale) e il potenziamento dell’attività paterna.
La famiglia assunse il nome Demidoff ed entrò a far parte dell’élite nobiliare russa. Nel 1724 i suoi membri iniziarono a dedicarsi al mecenatismo, istituendo il Museo delle Armi e, successivamente, numerose scuole tra Mosca e San Pietroburgo.
Tra i personaggi più in vista della dinastia Demidoff possiamo ricordare Pavel Grigorievich (1738-1821) il quale fondò l’Istituto Demidoff di Scienze Superiori nel 1805 e Nikolay Nikitich Demidoff (1773-1828), eroe della guerra russo-turca (1806-1812), fine diplomatico e filantropo.
Fu proprio Nikolay a donare all’Università di Mosca una prestigiosa collezione d’arte (e non si trattò dell’unica volta in cui l’aristocratico fece simili, inestimabili donazioni) e a lui è dedicata la Piazza Demidoff a Firenze.
Questa città è la vera protagonista della storia dei Demidoff: Nikolay vi si trasferì definitivamente nel 1822, benché già da tempo la sua famiglia avesse scelto di trascorrervi le vacanze.
Visse a Villa Demidoff (costruita tra il 1822 e il 1831; prima Villa San Donato), di cui, ormai, è rimasto ben poco: la costruzione, infatti, venne irrimediabilmente danneggiata durante il Secondo conflitto mondiale e l’estinzione della dinastia ne segnò la sorte. Perfino il grandissimo parco venne utilizzato per nuove abitazioni.
A Firenze i Demidoff riuscirono a creare una sorta di “corte intellettuale” che gravitava attorno alla loro magnifica residenza.
Non solo si occuparono di opere filantropiche come, ad esempio, la fondazione di una scuola per l’infanzia nel capoluogo toscano, ma rappresentarono un saldo tramite fra la cultura italiana, quella russa e quella francese.
Protessero molti artisti come i geniali Paul Delaroche (1797-1856), Eugène Delacroix (1798-1863) e il grande scultore Lorenzo Bartolini (1777-1850). Anatolio Demidoff (1812-1870, insieme al fratello Paolo (1798-1840), commissionò proprio a quest’ultimo un monumento dedicato a Nikolay, oggi esposto a Piazza Demidoff.
Fecero conoscere all’Italia il meglio della cultura russa, comprarono numerose opere d’arte che impreziosirono le loro residenze, contribuendo a creare, intorno ai discendenti di questo casato, un’aura di opulenza e raffinatezza.
Non è esagerato sostenere che i Demidoff divennero i protagonisti assoluti e amati della vita culturale fiorentina tra Settecento e Ottocento.
Attualmente è possibile ammirare, oltre la già citata Piazza Demidoff, altri antichi possedimenti di questa famiglia: Palazzo Demidoff-Amici, oggi convertito in albergo; Villa Demidoff a Vaglia, circondata da uno dei parchi più belli della Toscana e d’Italia e la Cappella Demidoff di San Donato (oggi Chiesa di Cristo), da menzionare per la sua cupola che ricorda quella del Pantheon a Roma.
È visitabile anche il Museo Demidoff (www.demidov.museum-tula.ru) di Tula, luogo in cui è possibile visionare una parte delle ricchezze di questo casato e l’archivio fotografico.
Vale la pena scoprire questo angolo in cui è ancora vivo il fascino magnetico di questi aristocratici e intellettuali, magari allontanandosi un po’ dalle mete più conosciute in Russia.
I Demidoff rappresentarono la ricerca della cultura, dell’intelligenza, della creatività e della bellezza, non un sogno irraggiungibile, ma un obiettivo concreto che, nel nostro piccolo, dovremmo ricercare anche noi, poiché è nell’eleganza e nell’armonia che l’animo umano trova quiete.
№ 5-6-7 MAGGIO - LUGLIO 2016