№ 5-6-7 MAGGIO - LUGLIO 2016

Eventi

Quando due mostri sacri dell’arte s’incontrano

A cura di Simonetta Sandri
Foto: www.lanostramilano.com

Un matrimonio da favola, preceduto da un fidanzamento di lunga data. Un’unione che farà sognare appassionati di opera e balletto, che rafforzerà legami storici non solo fra amanti dell’arte e della cultura, ma fra due “mostri sacri” di questo meraviglioso mondo, il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro alla Scala di Milano.

Aida di Giuseppe Verdi 2006-2007 direttore: Riccardo Chailly regia, scene: Franco Zeffirelli costumi: Maurizio Millenotti coreografia: Vladimir Vassiliev

Le due istituzioni hanno un rapporto consolidato di scambi culturali, che è ormai diventato una tradizione: dal 1964 si sono svolte 8 tournée della Scala a Mosca (83 aperture di sipario, 60 d’opera, 12 di balletto e 11 concerti) e 7 tournée del Bolshoi a Milano. A dimostrazione del fatto che la diplomazia culturale può mettere a segno ancora molti colpi: cultura e arte sono, infatti, due punti cardine dei rapporti tra Italia e Russia. Intoccabili, inarrestabili, sempre innovativi e spesso inediti.

Il 23 maggio scorso è stato presentato il programma della nuova stagione del teatro Bolshoi, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a Mosca, Cesare Maria Ragaglini, del sovrintendente del Teatro Bolshoi, Vladimir Urin, e del sovrintendente del Teatro alla Scala, Alexander Pereira, insieme a Mikhail Kusnirovich, proprietario dei magazzini GUM, partner principale della tournée del Teatro alla Scala a Mosca, organizzata sotto l’egida del Festival Open Arts Bosco dei Ciliegi.

La prossima tournée al Bolshoi di Mosca del Teatro alla Scala prevede sorprese: partirà dal 10 al 15 settembre prossimi e include tre recite del Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi con il coro e l’orchestra della Scala diretti da Myung-Whun Chung — con Leo Nucci, Carmen Giannattasio, Fabio Sartori e Mikhail Petrenko nei ruoli principali — nell’allestimento che sarà prima in scena alla Scala, dal 18 giugno all’8 luglio, con le scene di Pier Paolo Bisleri e i costumi di Giovanna Buzzi, per la regia di Federico Tiezzi.

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L’11 e il 14 settembre il coro e l’orchestra della Scala, diretti da Riccardo Chailly, eseguiranno la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, solisti Maria José Siri, Daniela Barcellona, Francesco Meli e Dmitri Beloselskiy.

Il 15 settembre sarà protagonista con Riccardo Chailly la Filarmonica della Scala, in un Concerto tutto italiano con musiche di Luigi Cherubini, Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi. Quest’ultimo il grande protagonista. La novità di quest’anno è rappresentata, principalmente, dalla partecipazione all’iniziativa degli storici, scintillanti e lussuosi magazzini GUM (inaugurati nel 1893, si tratta del Главный универсальный магазин, all’epoca sovietica Государственный универсальный магазин e, prima del 1920, Верхние торговые ряды), sulla Piazza Rossa, che, nella veste di nuovo partner del teatro moscovita, sponsorizzeranno la trasferta scaligera. E proprio all’interno dei grandi magazzini russi, che conta oltre 65.000 visitatori al giorno, si potranno comprare i biglietti presso le nuove casse del Teatro Bolshoi. Un’ottima iniziativa se si considera la difficoltà che talora s’incontra nel reperire i biglietti. E poi sarà l’occasione di unire una buona passeggiata di shopping con un buon gelato e l’acquisto di un posto a uno spettacolo che si preannuncia già unico.

“La Scala è felicissima — ha affermato Pereira. — Sarà per noi una grandissima festa: io sono un piccolo austriaco che quando aveva 8 anni conosceva solo due teatri: La Scala e il Bolshoi”, ha dichiarato, promettendo una futura tournée della compagnia di ballo del teatro russo a Milano nel 2018.

HOTEL SANTA BARBARA TEATRO

Altrettanto entusiasta l’Ambasciatore italiano, che ricorda come la collaborazione culturale sia sempre stata un pilastro delle relazioni bilaterali tra l’Italia e la Russia che ha sempre aiutato a mantenere un dialogo intenso e caloroso tra i Paesi e la sua popolazione. Secondo l’Ambasciatore, le relazioni tra il teatro alla Scala e il Bolshoi sono state un “asse portante fin dal 1964, anno della storica tournée della Scala, il primo grande teatro occidentale a venire in Unione Sovietica in piena guerra fredda”. Si trattò, con la messa in scena di cinque opere diverse (Turandot, Lucia di Lammermoor, Il Trovatore, Il Barbiere di Siviglia, La Bohème), di una grandissima storia di diplomazia culturale e anche il segnale che si stava superando il periodo di contrapposizione più aspra tra Est e Ovest. Da allora — ha spiegato Ragaglini — nell’arco di 50 anni, la collaborazione tra questi due prestigiosi teatri, che hanno quasi la stessa età (il Bolshoi, che sorge nello stesso luogo dove sorgeva il teatro Petrovsky stato inaugurato nel 1780 e incendiato nel 1805, fu ricostruito e inaugurato nel 1825, mentre La Scala data 3 agosto 1778) ha già prodotto otto tournée della Scala a Mosca e sette tournée del Bolshoi a Milano con numerosi spettacoli d’opera e di balletto. Basti ricordare, per tutti, il tour del 1964 (La Bohème e Turandot di Giacomo Puccini, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, Il Trovatore e Requiem di Giuseppe Verdi, diretti da Gianandrea Gavazzeni ed Herbert von Karajan), quello del 1974 (Cenerentola di Gioacchino Rossini, Norma di Vincenzo Bellini, Tosca di Giacomo Puccini, Simon Boccanegra, Aida e Requiem di Giuseppe Verdi, diretti da Claudio Abbado e Francesco Molinari Pradelli), del 1989 (I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, Turandot di Giacomo Puccini, diretti da  Riccardo Muti, Gianandrea Gavazzeni, Lorin Maazel), del 2001 (Requiem di Giuseppe Verdi, diretto da Riccardo Muti), del 2002 (il balletto Romeo e Giulietta di Sergey Prokof’ev, con coreografia di Kenneth MacMillan), del 2011 (il Requiem di Giuseppe Verdi, diretto dall’argentino-brasiliano Daniel Barenboim) o del 2012 (Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, concerto sinfonico diretto sempre da Daniel Barenboim).

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Scambi di solisti, stage e workshop, co-produzioni e concerti. Un modo di rivivere la storia, di immergersi nell’atmosfera raffinata dell’arte italiana, in un luogo simbolo della cultura mondiale, per certe parti comune, un connubio fra teatro e mondo dell’imprenditoria russa che mostra i risultati di un autentico mecenatismo illuminato.

Un esempio per altri? Ce lo auguriamo. Di cuore.

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