№ 1 GENNAIO - FEBBRAIO 2017

Girando Mosca

Il Bel Paese nel cuore di Mosca: l’Ambasciata d’Italia

A cura di Alberto Brescancin

Storia

La storia di un’ambasciata, in qualsiasi Paese essa si trovi, non è semplicemente la cronaca delle relazioni ufficiali tra due Stati, ma la storia delle persone, degli eventi e dei luoghi che hanno scritto i rapporti fra due popoli. E i rapporti diplomatici tra l’Italia e la Russia possono vantare una storia briosa e vivace: dai primi contatti commerciali in epoca medievale ai legati pontifici del ‘500, dagli emissari di una penisola politicamente divisa ai primi ambasciatori di un’Italia unita. La diplomazia pre-rivoluzionaria si faceva però nei raffinati salotti pietroburghesi, ben lontani da Mosca, città che sarebbe divenuta nuovamente capitale nel 1918. Tuttavia, i tumultuosi anni che portarono alla nascita dell’Unione Sovietica non poterono intaccare i rapporti tra i due Paesi, tanto che l’Italia fu uno dei primi Paesi occidentali a riconoscere l’URSS, nel febbraio del 1924. Nello stesso anno, a Mosca, la splendida Villa Berg venne assegnata alla missione diplomatica italiana come sede delle proprie attività. Si tratta di un luogo emblematico: se in epoca zarista fu uno dei primi stabili della città ad essere allacciato alla rete elettrica, in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre ospitò alcune tra le personalità più influenti del partito comunista, tra cui Lenin, Trotsky e Bukharin. Tralasciando la triste parentesi della Seconda Guerra Mondiale, Villa Berg è rimasta la sede della missione diplomatica italiana fino ai giorni nostri. L’elegante edificio si trova in uno dei quartieri storici di Mosca, non lontano dall’Arbat, al numero 5 di Denezhny Pereulok, metro Smolenskaya.

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La sede: Villa Berg

La sede dell’Ambasciata d’Italia è la rinomata Villa Berg, imponente palazzo dallo stile eclettico costruito nel XIX secolo. In passato la tenuta aveva ospitato diverse costruzioni in legno, ma nel 1897 il possedimento venne rilevato da Sergey Pavlovich Berg, abbiente ereditario moscovita con la passione per l’ingegneria. Fu proprio lui a commissionare un palazzo in muratura, affidandosi ai progetti di Petr Semenovich Boytsov, architetto al tempo conosciuto per lo stile eclettico delle sue opere. Non è quindi un caso se ancora oggi Villa Berg ha mantenuto la commistione di stili che l’ha sempre contraddistinta: dal neoclassico allo stile Secondo Impero, dalle atmosfere viennesi all’art nouveau in salsa russa. Inoltre, il pregevole guscio architettonico nasconde interni e ambienti molto raffinati ed eleganti. Soffitti alti e lussuosi, boiserie ricercate, portali intagliati dal gusto gotico, archi e colonne degne della migliore tradizione italiana: entrare in Villa Berg è come sfogliare un libro di storia dell’architettura. Proprio queste caratteristiche rendono Villa Berg lo scenario ideale delle iniziative dell’Ambasciata, sempre capace di preservare l’aura d’italianità che l’ha sempre contraddistinta.

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Personalità

Dal 1924 ai giorni nostri, Villa Berg ha ospitato ben 25 diversi ambasciatori. Il primo in assoluto fu il Conte Gaetano Manzoni, che ebbe un approccio “inclusivo” alla vita quotidiana in ambasciata: tutto il personale, infatti, risiedeva nella sede di Rappresentanza, di fatto rendendo Villa Berg una vera e propria “piccola Italia” nel cuore di Mosca. Per i diplomatici italiani questa condivisione fu una realtà che durò per tutti gli anni ‘20 e per gran parte degli anni ‘30. Erano anni di fermento culturale e politico, in cui i delegati italiani seppero prendere parte attiva al confronto con la classe politica e intellettuale sovietica. Dopo Manzoni, a gestire la missione diplomatica italiana fu Vittorio Cerruti, fino a quando nel 1930 divenne ambasciatore d’Italia a Mosca Bernardo Attolico, il quale contribuì in prima persona alla sottoscrizione, nel 1932, di un patto di non aggressione tra Italia e Russia. L’avvento di Stalin influenzò non poco l’attività della missione italiana, che si adeguò a un clima sempre più formalizzato e teso. Tuttavia, la diplomazia del Bel Paese seppe tessere comunque dei buoi rapporti con il gigante sovietico, fornendo il supporto necessario agli ingegneri, tecnici, economisti italiani giunti in URSS per dare il proprio contributo allo sviluppo del paese. Villa Berg divenne inoltre un rifugio, seppur temporaneo, per gli italiani espulsi per ragioni politiche dal territorio dell’Unione Sovietica. Prima della Seconda Guerra Mondiale furono ambasciatori Pietro Aronè e Augusto Rosso e, con lo scoppio del conflitto, la sede di Villa Berg venne assegnata all’ambasciatore giapponese. Nell’immediato dopoguerra furono Pietro Quaroni prima, e Manlio Brosio poi a fare le veci di Roma presso la capitale dell’URSS. Dal 1949 Villa Berg tornò a disposizione della diplomazia italiana. Negli anni ‘50, con Mario di Stefano a dirigere la missione diplomatica italiana, il clima divenne assai più disteso, anche grazie al processo di destalinizzazione e disgelo krusceviano. Nel 1960, sotto la gestione dell’ambasciatore Luca Pietromarchi, si registrò uno degli incidenti diplomatici più noti tra Italia e Russia, in cui Nikita Kruscev invitò l’allora Presidente italiano Giovanni Gronchi a iscriversi al Partito Comunista. Il politico italiano rispose per le rime, invitando l’interlocutore russo a entrare nella Democrazia Cristiana. Gli anni ‘60 videro inoltre Carlo Alberto Straneo e Federico Sensi dirigere la missione diplomatica italiana a Mosca. Dal 1973 al 1975 Ambasciatore fu Piero Vinci, già Rappresentante Permanente per l’Italia alle Nazioni Unite. In seguito fu il turno di Enrico Aillaud, sul cui conto giravano voci circa una possibile connivenza con i servizi segreti sovietici, contenute nel documento noto come “Archivio Mitrokhin”. L’ultimo decennio sovietico vide, alla guida della missione diplomatica italiana, Giuseppe Maccotta, Giovanni Migliuolo e Sergio Romano, oggi voce autorevole e assennata nelle valutazioni dei rapporti tra Mosca e le potenze occidentali. L’ultimo ambasciatore “sovietico” fu Ferdinando Salleo, che si trovò a rappresentare Roma durante l’era Gorbachev e il crollo dell’URSS. I turbolenti anni ‘90 videro Villa Berg presieduta da Federico di Roberto, Emanuele Scammacca del Murgo e dell’Agnone e Giancarlo Aragona. Nei primi anni Duemila ad ottenere la carica di Ambasciatore furono Gianfranco Facco Bonetti e Vittorio Claudio Surdo, oggi parte di Lukoil Italia. Dal 2010 al 2013 è stato Antonio Zanardi Landi a rivestire la carica di ambasciatore, mentre l’attuale ambasciatore è Cesare Maria Ragaglini.

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Attività

Oltre alle ordinarie attività di cui si fa carico l’ambasciata, prima fra tutti la tutela dei cittadini italiani presenti sul suolo russo, la rappresentanza italiana a Mosca prende parte attiva in molte altre iniziative. L’amore dei russi per la cultura e lo stile italiano fa sì che Villa Berg sia oggi una splendida finestra sul Bel Paese. Sia gli expats italiani che i cittadini moscoviti possono infatti entrare in contatto diretto con l’Italia in modi diversi: dai mercatini natalizi in salsa italiana agli incontri con personaggi famosi sia russi che italiani, dalle mostre d’arte alla musica dal vivo. Chi è tenuto a rappresentare l’Italia ha infatti ben capito che la Cultura può veicolare messaggi positivi e costruttivi, ed è ormai chiaro come essa sia diventata uno dei pilastri dell’amicizia italo-russa. Con la Cultura, però, vengono trasmessi anche valori molto importanti. A inizio gennaio, grazie alla preziosa collaborazione della Comunità di Sant’Egidio, l’ambasciata ha organizzato il tradizionale pranzo di Natale (ortodosso) destinato ai senzatetto e ai meno abbienti. Si tratta di un’usanza che ha preso piede a Roma già nel 1892 e che è stata esportata con successo anche a Mosca, riuscendo a scaldare sinceramente molte persone meno fortunate. Tuttavia, non solo Cultura e solidarietà: la missione diplomatica italiana fa anche da supporto ai cittadini italiani che decidono di investire in Russia, o ai cittadini russi che vogliono fare affari in Italia. All’interno del sito ufficiale dell’ambasciata sono infatti presenti diverse guide e vademecum per chiunque volesse costruire un’attività economica in uno dei due Paesi. Inoltre, particolarmente rilevante è il settore turistico, vero e proprio orgoglio italiano. Dall’anno scorso è infatti attivo il portale russo “La tua Italia”, spazio virtuale in cui vengono svelate le bellezze del Bel Paese, fornendo anche utili informazioni pratiche, in modo da rendere accessibili anche ai cittadini russi le vacanze con atmosfera da Dolce Vita. In poche parole, l’Ambasciata italiana a Mosca è riuscita, nel corso degli anni, a costruire un ponte tra Roma e Mosca, anche grazie a una comunicazione sempre al passo coi tempi e in linea al contesto in cui opera. La pagina Facebook dell’ambasciata, per esempio, è una bacheca colma di occasioni per conoscere l’Italia e per sentirla più vicina, su base quotidiana. A prescindere dalla nazionalità, dunque, il Tricolore che sventola su Villa Berg saprà sempre indicarvi la strada per sentirvi, almeno per un po’, nel Bel Paese.

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